Le giornate della cultura serba in Italia, organizzate dall’Unione dei Serbi in Italia, si sono svolte quest’anno dall’8 all’11 febbraio 2018 in quattro città italiane: Roma, Trieste, Vicenza e Udine.
Lo scopo di questa manifestazione è anche di migliorare l’opinione pubblica sulla Serbia e sul popolo serbo, la cui immagine ha subito un duro colpo nel corso degli ultimi anni, anche a causa del racconto parziale su ciò che è accaduto durante le ultime guerre. Questo racconto attribuiva principalmente ai serbi tutte le responsabilità dei conflitti degli anni novanta. Questo non vuol dire che chi guidava la Serbia all’epoca non abbia delle responsabilità e non abbia commesso errori da condannare, però è un dato di fatto che Belgrado, a suo malgrado o a suo onore, fu all’epoca la capitale, non soltanto della Serbia, ma anche della Jugoslavia e questo comportò degli obblighi sanciti dalla Costituzione Jugoslava che non prevedeva la possibilità di secessione da parte delle Repubbliche o delle regioni autonome che la componevano (come è oggi, ad esempio, Madrid a ribadirlo e a reagire nei confronti della Catalogna). La verità è che il popolo serbo ha sofferto, come si soffre sempre nelle guerre, ha subito crimini e persecuzioni e in aggiunta ha subito la più grande ingiustizia che una nazione potrebbe vivere: la privazione del Kosovo e Metohija, un territorio che ha un valore inestimabile per la sua tradizione spirituale e culturale. Gli ospiti intervenuti alla manifestazione di quest’anno hanno avuto l’opportunità di dimostrare al pubblico italiano e serbo, come attraverso il proprio lavoro professionale sono impegnati a far scoprire il vero volto della Serbia.
ROMA 8 febbraio Presso il caffè “Cambridge” a Roma si è svolta la prima promozione del libro “Zlocini – Crimini di guerra in tempi di pace”, per le edizioni Sensibili alle foglie, che rappresenta una raccolta di 3 libri, 2 della giornalista e scrittrice romana Maria Lina Veca, “Cuore di lupo” e “Il paesaggio dell’anima”, e un libro dello scrittore e poeta serbo Veselin Dzeletović, “Il cuore serbo di Johan”.
Il tema di questi libri riguarda il traffico d’organi a danno dei serbi scomparsi fra il 1998 e il 2001 in Kosovo e Metohija.
Oltre a Dragana Blagojević, la rappresentante dell’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma e a Darinka Bakajic, la traduttrice in italiano del romanzo “Il cuore serbo di Johan”, ha partecipato alla promozione anche l’autrice Maria Lina Veca che vive e lavora a Roma. Si tratta di una giornalista e attivista che ha lavorato nel settore relazioni internazionali di varie istituzioni, ad esempio presso gli uffici del Parlamento Europeo a Strasburgo, e ha organizzato incontri e conferenze internazionali, partecipando come relatore ed esperto anche sul tema della messa al bando delle armi all’uranio impoverito.
Parla fluentemente francese, spagnolo, inglese e studia l’ebraico e il serbo. Ha svolto diverse attività umanitarie in giro per il mondo. E’ presidente della Onlus “Rinascere” che opera a favore di vari progetti di pace e di sostegno umanitario, in particolar modo a favore delle enclavi serbe del Kosovo e Metohija.
TRIESTE 9 febbraio In uno dei luoghi più rinomati ed antichi di Trieste „Caffè San Marco“, che dispone di una prestigiosa e frequentatissima libreria, il programma della serata si è svolto in due parti: La prima parte era dedicata alla famiglia dei “Nemanjić”, la più famosa dinastia serba, che governò per più di due secoli i paesi popolati dai serbi e diede loro undici sovrani. Sono dovute a loro, in quel periodo del Medioevo, la nascita del regno e dell’impero, le conquiste nel campo della storia di creazione di uno Stato, della cultura, dell’arte, delle fondazioni, dei lasciti, e della spiritualità.
Gli ospiti dalla Serbia, che hanno presentato il programma denominato “L’epoca dei Nemanjić”, sono stati: Janja Todorović, una pubblicista ortodossa, scrittrice e traduttrice dalla lingua russa e la vincitrice di un premio del Patriarcato serbo per le attività missionarie e misericordiose, Tatjana Janković, lettrice, calligrafa e pittrice di icone, è una dei fondatori della scuola di scrittura di alfabeto cirillico „Santo Giovanni e Vladimiro“ di Belgrado e Dušan Todorović, autore multimediale, pubblicista e redattore tecnico della rivista „Svetosavac“ presso il Tempio di San Sava a Belgrado.
Abbiamo avuto la possibilità di conoscere questi straordinari ospiti a maggio 2017 quando hanno presentato al pubblico di Udine, Brunico e Vicenza il loro progetto “Cultura della scrittura cirillica”.
Durante la serata triestina è stato quindi proiettato il video „L’epoca dei Nemanjić“, di Dušan Todorović, che in modo moderno ha fatto rivivere quel ricco periodo medievale serbo. Il film è stato accompagnato da una breve presentazione spirituale e culturale di Janja Todorović e in seguito Tatjana Janković si è presentata al pubblico con la sua mostra e workshop di calligrafia artistica che hanno illustrato le bellezze degli antichi manoscritti serbi dai tempi dei Nemanjić.
Nella seconda parte della serata sono stati presentati gli autori della trilogia “Zlocini-Crimini”, Maria Lina Veca e Veselin Dzeletović, che hanno affrontato il tema degli avvenimenti tragici riguardanti il traffico di organi serbi nel Kosovo e Metohia. Veselin Dzelatović è uno scrittore e poeta, membro della Federazione internazionale dei giornalisti, Presidente dell’Associazione degli scrittori denominato „Poeta“ e socio esperto dell’ Academia reale serba di scienziati ed artisti”, che ha presentato il suo famoso romanzo „Il cuore serbo di Johan“. Questo libro è stato tradotto in russo, inglese, tedesco, macedone, francese ed armeno e in seguito alla presentazione di questo suo libro, in lingua serba, svoltosi l’anno scorso proprio a Trieste e a Vicenza, da noi organizzata, il libro è nell’ultimo anno stato tradotto anche in italiano e ringraziamo per questo a Darinka Bakajić, una giornalista radiofonica che vive a Roma e che conduce la trasmissione “Srbija mic po min”, che ha collaborato alla traduzione di questo libro di Veselin in Italiano. Questo romanzo tratta la storia vera di un tedesco che porta nel petto il cuore di un serbo rapito durante la guerra nel Kosovo dall’esercito paramilitare dell’UCK, composto dai volontari albanesi, all’epoca considerati anche dalla CIA un gruppo terroristico. Questo uomo serbo fu ucciso per strappargli il cuore e venderlo al mercato nero internazionale degli organi, molto florido all’epoca. Attualmente vi è un progetto della casa cinematografica di Belgrado „Bandur film“ in collaborazione con „Poeta film“ per realizzare un film sulla tratta degli organi dei serbi fatta dai terroristi dell’UCK, basato su questo romanzo di Dzeletović. Questi tragici episodi sono per la prima volta stati ufficialmente presentati da Dik Martin nel suo rapporto sui trattamenti inumani e i traffici d’organi dei serbi in Kosovo, relazione che puntava direttamente anche al premier kosovaro ed ex leader dell’Uck Hashim Thaci, approvata il 16 dicembre 2010 dalla Commissione affari legali e diritti umani dell’Assemblea del Consiglio d’Europa.
Questo libro “ Zlocini-Crimini „, in seguito alla presentazione, è rimasto in vendita presso la libreria del rinomato Caffè triestino „Caffè San Marco“.
Questo evento, come gli altri in programma nei giorni a seguire, sono stati registrati e successivamente verranno trasmessi sulla TV di stato serba RTS. L’evento è quindi stato seguito dalla giornalista belgradese Milena Vujović e dal cameraman Dimitrije Hadzi Nikolić. Il programma, nella lingua italiana, è stato tradotto e condotto da Lidija Radovanović, il referente per la cultura dell’Unione dei serbi in Italia, l’organizzatrice della manifestazione a Trieste assieme al vicepresidente dell’Unione stesa, Aleksandar Milovanović e a Dragana Antonijević, rispettivamente rappresentanti di due associazioni culturali serbe di Trieste: “Vuk Karadzić” e “Pontes/Mostovi”. Tra i numerosi ospiti, soprattutto italiani ma anche sloveni ed austriaci, hanno assistito alla manifestazione anche i seguenti rappresentanti dei serbi a Trieste: il Console generale della Repubblica di Serbia, Dragan Kicanović, il Console della Repubblica di Serbia Nemanja Sekicki, il presidente della Comunità religiosa serbo-ortodossa di Trieste Zlatimir Selaković, la presidente dell’associazione Pontes/Mostovi Biljana Klepić e il presidente dell’associazione Vuk Karadzić, Ratko Zivadinović.
Vicenza 9 febbraio si è svolta la promozione del libro „Tutti russano nella stessa lingua“ di Elena Chiusole e la proiezione del cortometraggio „Gaga“ di Luca Immesi e Giulia Brazzale.
Elena Chiusole, di madre serba e di padre italiano, non conosce al meglio la sua lingua madre. Nata e cresciuta a Rovereto, ha studiato il giornalismo a Trieste, specializzandosi in critica cinematografica a Bologna. I suoi racconti, scritti in italiano, sono stati tradotti da sua madre, Snežana Petrović, professoressa di lingua serba, interprete e mediatore culturale. Elena ha illustrato al pubblico come è nato il libro e raccontato come è sempre stata colpita dal fatto di quanto sua madre amasse il suo paese di origine e il suo popolo. E non era l’unica serba così. Anche quei serbi, che frequentava la madre, lavoravano in Italia però costruivano la casa di proprietà in Serbia con il desiderio di tornarci un giorno e con la speranza che anche i loro figli l’avrebbero fatto. Le storie di questo libro sono ispirate ai fatti e alle personalità reali di cui narrava la madre di Elena ancora durante l’infanzia, il motivo per cui sono state scritte come sono state viste dagli occhi di un bambino.
Luca Immesi, il fondatore della società “Esperimentocinema” e l’autore di innumerevoli cortometraggi, ha presentato il suo film ”Gaga” che ha vinto il concorso “Migranti 20117” e successivamente è stato proiettato durante il Film Festival di Venezia. Si tratta di una toccante storia di una famiglia serba che vive in Italia e che, a causa della morte del padre, capofamiglia, precipita in difficoltà apparentemente insormontabili. La madre si sente incapace di aiutare i suoi figli: un figlio addolorato per la irreparabile perdita e una figlia che cerca di superare il dolore dandosi al divertimento sfrenato e finendo in una cattiva compagnia. Però l’amore e un forte sentimento di appartenenza alla famiglia alla fine vincono. Luka ha raccontato al pubblico che, prima di girare questo film, non conosceva i serbi e la loro mentalità e cultura, però quello che lo ha colpito è il fatto che i serbi sono fortemente legati alle loro radici, cultura, tradizione e famiglia. È anche il messaggio di questo film che narra la vita di una ragazza serba che ritorna alla sua famiglia proprio perché nel sangue ha dei forti tratti caratteriali di cui il popolo serbo è il portatore. Il film è stato realizzato con il supporto dell’Unione dei Serbi in Italia ed è stato proiettato sul canale „Rai Cinema“. I conduttori del programma erano il presidente dell’Unione Dušan Aleksić e Marina Perić.
VICENZA 10 febbraio nel pomeriggio di quella giornata, presso la Scuola supplementare serba „San Sava“, Tatjana Jankovic ha tenuto un laboratorio di calligrafia con oltre 30 alunni della scuola stessa. Durante il laboratorio di un’ora, i bambini hanno avuto l’opportunità di familiarizzare con le basi delle raffinate scritture e di coltivare la tradizione cirillica attraverso i secoli passati. Hanno scritto utilizzando i calami di canna, come i vecchi scribi, e al seminario hanno partecipato gli insegnanti della scuola supplementare serba Olivera Abadić e Ivana Marjanović, così come alcuni genitori. I giornalisti della TV serba di stato, RTS, hanno seguito questo evento molto interessante per i bambini.
In serata, presso il salone della Villa „Taki“ di Vicenza, si è svolto il programma che la sera prima è andato in onda a Trieste: „L’epoca di Nemanjić“ e la promozione del libro „Crimini di guerra nei tempi di pace“. Gli ospiti sono stati accolti dai giovani, vestiti in costumi tradizionali, che offrivano il pane e il sale, mentre la cerimonia di apertura è iniziata con la musica prodotta da cornamusa suonata dall’italiano Michele Beltramoto. E’ stato raggiunto poi dalla sua moglie, Ana Stanisavljević, e hanno cantato in duetto le 3 canzoni tradizionali serbe. Ana e Michele, i sagrati della chiesa serba a Vicenza, genitori di quattro figli e membri dell’associazione „Sloga“ di Bassano del Grappa sono un vero esempio della famiglia tradizionale serba, anche se si tratta di un matrimonio misto. Michele rispetta e ama la tradizione ortodossa serba e parla un serbo eccellente e canta le canzoni in lingua serba.
Il programma, in serbo e in italiano, è stato condotto da Mira e Sasa Kostić mentre il discorso di Veselin Dželetović è stato tradotto in italiano da Marina Grulović. Maria Lina Veca non ha potuto partecipare all’evento, però ha ricevuto i saluti e a molti è dispiaciuto di non aver potuto stringerle la mano in segno di gratitudine per quanto ha fatto per il popolo serbo. Il presidente dell’Unione dei serbi in Italia, Dusan Aleksić, ha consegnato a Janja Todorović, Tatjana Janković, Dusan Todorović e a Veselin Dzeletović, una targa per ciascuno in segno di gratitudine per la partecipazione alle Giornate della cultura serba 2018, e sono state distribuite molte pergamene di ringraziamento a diverse persone meritevoli. La squadra composta da Aleksandar Zlatković e Darko Hadžić, del portale “Svetionik dei Serbi u Italiji / il Farro dei serbi in Italia”, ha trasmesso il programma in diretta. Tra i tanti ospiti hanno partecipato anche: Isabella Sala, Assessore alla Comunità e alle famiglie in rappresentanza del Comune di Vicenza, professor Mile Dmičić, il consigliere del presidente del Parlamento della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina e Mirjana Kušmuk, la responsabile delle pubbliche relazioni della stessa Repubblica Serba, il parroco Dalibor Ćukić, la professoressa Olivera Abadić e molti altri. Al termine del programma è stato offerto un rinfresco.
Il segretario dell’Unione Jelena Glišić e il delegato per la scuola Vladimir Ignjatović hanno organizzato le due serate a Vicenza svoltesi il 9 e il 10 febbraio u.s.
UDINE 10 febbraio L’evento culturale denominato „Incontri folkloristici del giorno di Sretenje” (il giorno di presentazione al Tempio di Gesù) è stato organizzato dall’associazione culturale serba di Udine „Nikola Tesla“ e ha visto partecipare diverse associazioni: „Unione della diaspora serba“ di Udine, „Pontes/Mostovi“ di Trieste, „Homolje“ di Creazzo, „Djurdjevdan“ dall’Austria e „Nikola Tesla“ dalla Slovenia. Tutte le associazioni serbe prestano molta attenzione al folklore e questo evento ha quindi ulteriormente arricchito le “Giornate della cultura serba in Italia” presentando al pubblico, attraverso la musica e i balli, alcuni valori del patrimonio culturale serbo.
Vicenza 11 febbraio In seguito alla liturgia nella chiesa serbo-ortodossa di San Luca a Vicenza, per il secondo anno consecutivo veniva celebrato il santo patrono della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina e anche il giorno della costituzione di questo paese. I padrini della celebrazione quest’anno sono stati Bozickovic Goran e Danijela.
E’ seguito un pranzo solenne al ristorante adiacente, che comprendeva un breve programma culturale, e ha visto la partecipazione di circa 200 persone. Gli ospiti d’onore provenienti dalla Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, che hanno parlato dell’origine e della storia di questo paese, sono stati il professor Mile Dmičić, il consigliere del presidente del Parlamento della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina e Mirjana Kušmuk, la responsabile delle pubbliche relazioni della stessa Repubblica Serba. Si è rivolto al pubblico anche il parroco Dalibor Ćukić, così come il presidente dell’Unione dei serbi in Italia, Dusan Aleksic. L’ospite dalla Serbia, Janja Todorović, ha illustrato brevemente i personaggi più importanti della storia della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, mentre Veselin Dzeletović ha recitato le sue poesie. Alla fine del pranzo si sono esibiti anche i più giovani ballerini folkloristici dell’associazione „Sloga“ di Vicenza e Basano del Grappa.
Jelena Glisic/tradoto in italiano Lidija Radovanovic