Un ponte tra culture, la trasposizione su carta di due vite: una mamma, serba, che racconta alla figlia, italiana, spezzoni del suo passato, che parla della sua patria con amore smisurato, che narra quasi recitando meravigliose storie con protagonisti i personaggi della sua infanzia e che piange ricordando quelle bombe che le hanno spezzato il cuore e distrutto la terra natìa. E una figlia, che immagazzina, ascolta, elabora e arricchisce; Assorbe i dettagli, li fa suoi, si emoziona, si sente parte di quelle terre e di quelle narrazioni, non vuole che vengano dimenticati mai e decide di immortalarli nelle pagine di un libro. Questo libro.
Un libro che è un contenitore di esistenze, che racchiude storie multietniche unite dal filo conduttore della differenza intesa come bellezza; tracce di culture differenti ma intersecate, vita vissuta, famiglia mista, amore, guerra. Trentino e Serbia si mescolano in un unicum. La diversità insomma, fisica o culturale, da tempo immemore causa di emarginazione da parte di chi si auto-definisce, arrogantemente, normale, solo perchè in maggioranza.
Ma normale deve essere invece convivere con la differenza senza volerla eliminare. E’ ora di insegnare ai nostri figli che nella diversità non c’è paura, ma bellezza, forza, occasione di comprendere e imparare. Siamo un pianeta di matite multicolore, tolleriamoci l’un l’altro per convivere nella stessa scatola.
Vi presento “Tutti russano nella stessa lingua” – come insegna Malcolm X – Racconti che scoprono un mondo altro, bello e inconsueto. Personaggi divertenti, a volte tristi, mai spaventosi. Racconti per bambini piccoli ma anche per bambini grandi, da leggere prima di dormire, per svegliarsi la mattina consapevoli che i modi di vivere la vita sono tanti, variegati e belli lo stesso.
Ad accompagnare i testi le illustrazioni uniche di Eliseo Franchini e le traduzioni in serbo di Snezana Petrovic. Perchè un buon libro deve essere non solo piacevole all’udito ma compiacere anche gli altri sensi. E perchè questi racconti possano raggiungere anche chi li ha ispirati.
A mia madre, dunque, fucina di ricordi, e a mia figlia, perchè diventi cittadina del mondo apprezzando le unicità di chiunque incontrerà sul suo cammino.
Elena Chiusole